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Posts written by #Michelle

view post Posted: 26/10/2010, 21:20 Chronicles of Endless Time - » FanFictions ~
Titolo: Chronicles of Endless Time
Titolo: Il Sangue e il Corpo del Signore
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: OC!Romania (Ileana Doamna Neaga Zâna), Ungheria (Elizaveta Héderváry)
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: OneShot, Non per stomaci delicati, Alternative Universe (AU), Lime, Yuri
Conteggio Parole: 1533 (FiumiDiParole)
Note: 1. Romania è un Original Character che appartiene a Persy e non a me ù_ù Lucilio invece è il nome umano di Roma.
2. Ambientata durante le persecuzioni cristiane.
3. Ci sono accenni alla natura del Cristo. Se vi ritenete offesi da certe insinuazioni non leggete!
4. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal. Con prompt Tema libero {Sangue}
5. Partecipa a FiumiDiParole.


{ Chronicles of Endless Time ~
- 2. Il Sangue e il Corpo del Signore -



Appoggiata ad una fredda parete in pietra, nascosta dall'oscurità, osservava i fedeli chinarsi e pregare dinnanzi ad un simulacro. Parlavano sommessamente, tutti insieme, riuscendo a creare una sola, inquietante voce.
Ileana li studiava con un'espressione cinica, senza provare particolari emozioni. Lei non credeva nel loro Dio - non credeva in niente a dir la verità -, era semplicemente affascinata da ciò che stavano facendo.
Quelle funzioni religiose, che venivano compiute in totale segreto nelle catacombe, avevano un qualcosa di profano per i suoi occhi.
Nelle parole del sacerdote, oltre ad una crescente fede - che le faceva salire un vago senso di nausea -, poteva scorgere anche un inconscio cannibalismo e vampirismo che, nonostante la pratica che ne facevano, in quella nuova religione era rifiutato. Eppure loro veneravano il Sangue e il Corpo del loro Signore.
Era buffo e incoerente: perché i cristiani, che tentavano di cacciare i vampiri - ovviamente senza dare nell'occhio per non essere uccisi dai loro persecutori -, avevano poi il coraggio, in quelle funzioni, di mangiare quel pane che rappresentava il corpo del loro Dio e poi di bere il suo sangue nel vino.
Era proprio questa loro incoerenza ad affascinare Ileana e a spingerla a sfidare la sorte. Infatti non era la prima volta che andava infilarsi in quelle catacombe, guidata dalla curiosità e dalla sete di sapere.
Suo Padre diceva sempre che era proprio la curiosità a renderla una donna perfetta e, con un sorriso, ricordava anche le sue parole di risposta quando gli aveva esposto quelle sue considerazioni sui cristiani: " Forse il loro Signore era un vampiro e loro non lo sanno."
Ovviamente però non sapeva quanto potesse essere vera quell'affermazione che era stata detta con il tipico tono scherzoso di Lucilio. Era proprio per quel suo continuo prendere il mondo alla leggera che lei spesso non riusciva a prendere sul serio quanto diceva il Padre.
Continuò a seguire attenta ogni parola del Sacerdote, tendendo però le orecchie anche verso l'entrata di quell'ultima galleria quando avvertì il suo sangue fremere.
Stava arrivando, e Ileana non sapeva se essere irritata o divertita.
" Ero certa di trovarti qui.", una voce, bassa ma femminile, giunse insieme al un brivido che la percorse in ogni singola goccia del suo sangue.
L'aveva riconosciuta ancor prima di sentirla parlare ma, sfidandola con la sua sfrontatezza, decise di non guardarla.
" Sembra che tu inizi a conoscermi."
" È stato il sangue a guidarmi fin qui.", ribatté l'altra come a voler tagliare corto quel discorso troppo scomodo che, inevitabilmente, verteva sul loro legame. " Guardi ancora queste cose?"
" Sì. Sono affascinanti."
" Diciamo noiose."
" Elizaveta, tu non puoi capire... sei e resterai sempre una contadinotta.", rispose Ileana, voltandosi leggermente con un piccolo ghigno.
" Non farmi arrabbiare. Sono qui per cose più importanti. Lucilio è partito per andare da Ulrich.", rispose Elizaveta, senza nascondere un tono iroso. " Mi ha detto di restare con te."
" Lo so. Devo farti da balia."
" Sono io a dover controllare te, infatti sei scappata e sono dovuta venire a cercarti."
" Sono andata a passeggiare. Io, non scappo mai."
L'altra ghignò a sua volta e, artigliandole i fianchi, la bloccò contro la fredda parete in pietra.
" Neanche da me?"
" Men che meno da te.", decretò con decisione, concludendo la frase con un tono canzonatorio e basso - nessuna delle due voleva distogliere i fedeli dalle loro funzioni, soprattutto se il rischio era il doversi unire a loro per non fare inutili carneficine. Subito dopo però, i denti di Elizaveta affondarono nella sua spalla, strappandole un gemito sommesso.
Restò immobile, socchiudendo gli occhi per godersi quel breve ma intenso attimo di piacere. Nonostante l'eccitazione e la sete che si erano appena risvegliate, quel momento durò davvero poco: Ileana non aveva alcuna voglia di farsi sottomettere. Lei era forte, lo era molto di più di Elizaveta e l'avrebbe dimostrato.
La afferrò quindi per i capelli, stringendo forte le dita tra quei fini fili castani, poi la allontanò, costringendola a sua volta contro la parete. Non parlò ma si limitò a guardarla negli occhi, brillanti di una luce simile a quella del demonio, e mantenendo quel mutismo infilò una mano tra le sue gambe, sollevandole la veste che indossava.
Carezzò la liscia pelle, vicina alla femminilità di Elizaveta che, eccitata dalla situazione, fremette - non provava del vero piacere fisico il corpo, era la sola idea di essere scoperte ad eccitarla ed anche quella di potersi ancora nutrire con il sangue della compagna che ancora le inondava la bocca e che sgorgava piano dalla spalla di Ileana.
Inaspettatamente però, le unghie di quest'ultima affondarono nella pelle delicata, squarciandola in quella che, per un mortale, sarebbe stata quasi una ferita fatale.
Si morse le labbra, cercando di non gemere per quel pungente dolore misto ancora al piacere che la scosse.
Ileana ghignò allontanando l'arto fino a portarselo al viso. Le lunghe dita erano sporche di sangue che, scivolando veloce, le percorreva la mano fino al polso. Li la corsa di quelle gocce venne fermata dalla lingua della donna che, con dovizia e sensualità, iniziò a ripulirsi. Elizaveta la osservò quasi senza parole, sembrava calato il silenzio in quel antro oscuro della catacomba. Poteva sentire il respiro di ogni singolo cristiano, le lappate di Ileana e anche le gocce del suo sangue scivolarle lungo la coscia. Era eccitante, da poterci perdere la testa - Elizaveta non sarebbe mai stata così sensuale, il suo era un erotismo più mascolino ma non per questo meno apprezzato -, ma era anche dannatamente lenta, soprattutto mentre si chinava tra le sue gambe andando con la lingua a raccogliere il vitale liquido che le imbrattava fino a raggiungere la ferita.
La lambì piano come per pulirla e curarla, riuscendo solo a farla bruciare ulteriormente.
Trattenne un gemito mordendosi le labbra e, artigliando i capelli di Ileana, cercò di allontanarla.
Elizaveta, come la compagna, era troppo orgogliosa e troppo forte per lasciarsi sottomettere in quel modo anche se particolarmente piacevole.
Non era la prima volta - né sarebbe stata l'ultima - che si ritrovavano in quella condizione, sul piede di una battaglia per ottenere il comando del cosiddetto pasto e, anche se non l'avrebbero ammesso, sapevano già come si sarebbe conclusa. I loro poteri si equivalevano ed era ovvio che quella era una situazione di stallo, potevano solo accettare di concedersi l'una all'altra. In un altro momento, avrebbero combattuto prima di giungere a quella conclusione, ma la funzione cristiana volgeva al termine e non potevano rischiare di essere scoperte.
Ormai la loro voglia si era risvegliata e anche allontanarsi da quella catacomba era impossibile: i loro sensi erano troppo sensibili, avrebbero attaccato degli umani rischiando di ucciderli. Lucilio odiava uccidere i mortali e aveva sin dall'inizio spiegato loro una regola molto importante: la morte di un umano attirava sempre troppa attenzione, soprattutto se si sceglievano gli individui sbagliati.
Rischiavano di uccidere delle persone importanti che, con la loro scomparsa, avrebbero attirato solo parecchi guai. Solo lui sapeva scegliere le vittime perfette per le sue figlie ancora inesperte e, in sua assenza, queste dovevano ricorrere al sangue che potevano donarsi a vicenda.
" Allontanati.", ringhiò Elizaveta, strattonando ancora i capelli di Ileana che, digrignando i denti per il fastidio, alzò lo sguardo verso la compagna.
" E se non volessi?", domandò con gli occhi intrisi di una luce quasi inquietante.
" Ti strappo i capelli...", rispose stringendo di più la presa come a voler dare peso alle sue parole.
L'altra si allontanò leggermente, rialzandosi senza riuscire a nascondere la sua irritazione, ma quando le labbra di Elizaveta si posarono sul suo collo, senza morderla, riuscì a capire le sue intenzioni - sapeva anche lei quanto fosse pericoloso continuare quel loro gioco.
Quindi, senza controbattere, la imitò.
Piegò il capo per quel che bastava per sfiorarle la pulsante vena che le era stata offrta con la bocca poi, quando avvertì i denti della compagna sfiorarla e penetrare lentamente nella sua pelle, si permise a sua volta di morderla.
Succhiarono il sangue con avidità, lasciando che le nutrisse placando la loro voglia e creando, ancora una volta, un immortale legame che, per quanto indispensabile, era anche scomodo per due acerrime nemiche come loro.
Si odiavano principalmente per l'incompatibilità tra i loro caratteri, ma anche per la forte gelosia e la voglia di attenzioni che richiedevano a Lucilio. Questo però aveva sin dall'inizio deciso il loro destino mentre le faceva giocare in erotiche battaglie nelle quali, spesso, amava unirsi anche lui - era pur sempre un essere perverso.
Le aveva unite non solo alla sua persona, ma anche l'una all'altra, perché era solo quello che un buon Padre poteva desiderare per la sua famiglia.
Si staccarono solo dopo qualche minuto, leccandosi le labbra sporche.
" Mi fai sempre ribrezzo.", dichiarò Ileana, nascondendo dietro un'espressione seccata un sorriso soddisfatto.
" Tu di più.", ribatté Elizaveta, spostandosi dal muro. " Andiamo via?"
L'altra lanciò un'occhiata verso i cristiani, ignari della loro presenza. La funzione si era quasi conclusa, con il Corpo e il Sangue del loro Signore.
Ghignò e si incamminò senza rispondere alla compagna.
" Per me, il loro Dio, era un vampiro...", constato mentre si allontanava verso l'uscita della catacomba seguita dall'altra.
" Non dovrebbe importati. Sono solo dei mortali, noiosi e stupidi.", rispose Elizaveta, sdegnata.
" Che cosa può capire una contadinotta?", commentò. " Ne parlerò seriamente con Lucilio quando tornerà.", e lasciando che calasse il silenzio, le due sparirono nell'oscurità della notte.


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Edited by p r i n c e s s KURENAI ~ - 26/10/2010, 22:40
view post Posted: 26/10/2010, 08:44 Parole - » FanFictions ~
Titolo: Parole
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Inghilterra (Arthur Kirkland) [Nominato: Francia (Francis Bonnefoy)]
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfic, Shonen-ai
Conteggio Parole: 178 (FiumiDiParole)
Note: 1. Solo per Francis. Solo ed esclusivamente per te: grazie di esistere.
2. Partecipa a FiumiDiParole.

{ Parole ~



Inghilterra era sempre stato il classico tipo che preferiva i fatti alle parole. Aveva sempre trovato più semplice ricorrere alle mani - o alle armi - per far valere le proprie ragioni. Era il più piccolo tra i suoi fratelli e da sempre era stato al centro degli atti violenti non solo dei maggiori, ma anche di quelli delle altre Nazioni impegnate nel tentativo di conquistare la sua terra.
Proprio per questo aveva sempre trovato normale impugnare delle armi per farsi valere. Solo crescendo, quando si era affermato come grande potenza mondiale, però, aveva imparato che anche le parole potevano essere affilate come le spade.
Era semplice andare ai meeting con le altre Nazioni e farsi riconoscere per la propria educazione e controllo: facile ed effetto.
La cosa complicata era cambiare totalmente le proprie abitudini con Nazioni come Francia.
Avevano sempre combattuto, si erano feriti e anche curati a vicenda.
Era davvero possibile smettere di usare le mani?
Smettere di combattere con Francis e mettere da parte quell'appagante sensazione che sentiva nel confrontarsi con lui?
No. Era impossibile. Proprio come dirgli due semplici parole.
Ti amo.

view post Posted: 22/10/2010, 22:09 salve - » Compilazione Iscrizioni ~
Per avere il download dovrai aspettare ed essere presente nel forum. Almeno parla un po' di te nella presentazione.
view post Posted: 18/10/2010, 16:34 Konnichiwa :D - » Compilazione Iscrizioni ~
Grazie per i complimenti<3 e anche per essere arrivata qui<3
Benvenuta<3
view post Posted: 16/10/2010, 12:02 [FanArt] La Principessa e le FanArtXD - » Graphic & FanArts ~
GrazieXD E aggiorno anche subito X°D

Ieri sono riuscita a fare questo grazie al supporto del mio Principe - grazie >///< - e, nonostante sia ancora fermamente convinta che faccia schifo lo posto.
Come al solito la foto rende tutto più penoso visto che è fatta con il cellulare ._.
SPOILER (click to view)
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view post Posted: 15/10/2010, 18:12 [FanArt] La Principessa e le FanArtXD - » Graphic & FanArts ~
Sono tornata con un nuovo disegno di Avalon XD
A colori X°D
Disegnato prima e colorato su Photoshop, inserito poi sullo sfondo creato da Himaruya per le nuove descrizioni dei personaggi.
Poi lo compileròXD
Per ora ho messo solo Avalon (che impugna Excalibur che poi donerà al suo amato Gwydion) e il luogo in cui si trova. Ovvero nei pressi di Glastonbury<3

SPOILER (click to view)
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view post Posted: 5/10/2010, 18:42 Natural Disorders - » FanFictions ~
Titolo: Natural Disorders
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Russia (Ivan Braginskij), Ucraina (Katja Braginskaya), Bielorussia (Natalya Arlovskaya)
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot
Conteggio Parole: 1243 (FiumiDiParole)
Note: 1. Il nome di Ucraina è quello che, tempo fa, veniva usato nel fandom straniero.
2. L’ho scritta quest’estate ed è ambientata proprio in quel periodo: quando degli incendi hanno iniziato a mangiare le campagne attorno a Mosca, avvolgendola nel fumo e nel caldo. Secondo le notizie che sono passate nei TG, la Russia ha accettato aiuti dagli ex Paesi Sovietici.
3. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal con il prompt: 53. Disordine.
4. Partecipa a FiumiDiParole.

{ Natural Disorders ~



Il caldo era diventato in breve insopportabile e l'aria irrespirabile, ormai la fitta coltre di fumo e smog avvolgeva Mosca rendendola invivibile.
Nelle strade la popolazione era costretta a camminare con delle mascherine e, guardando il cielo - grigiastro come un anonimo muro - si chiedevano quando gli incendi che stavano mangiando la loro terra sarebbero stati domati.
La stessa Ucraina, giunta nella terra del fratello per prestargli soccorso, stentava a riconoscere quella che per anni era stata la sua casa.
Le mancava il cielo di quell'azzurro così chiaro da sembrare quasi bianco e che, nei mesi invernali, si mischiava con le immense distese di neve. Certo da bambina le aveva detestate, insieme a Russia e a Bielorussia, ma dinnanzi a quell'estate così torrida e distruttiva provava quasi nostalgia per quel periodo di povertà e di guerre.
Percorse velocemente le strade della Capitale, osservando con tristezza i moscoviti cercare di continuare la loro esistenza. Andavano a lavoro, aprivano il panificio o la loro attività commerciale, i bambini incontravano i loro amici e provavano a giocare tra di loro ma, inevitabilmente, lo guardo di tutti si volgeva al cielo e a quel muro che lo celava alla loro vista.
Affrettò il passo sperando che Estonia, che aveva lasciato con gli altri soccorsi, riuscisse ad organizzare al meglio le operazioni. Si fidava dell'altra Nazione e le era anche giunta voce che pure Kazakistan e Italia si stessero adoperando per aiutare Russia.
Era bello vedere un simile dispiegamento di mezzi e di persone per aiutare Ivan - era come se tutti avessero iniziato a comprendere il russo - e a sua volta, Katja, si sentiva fiera di far parte di quell'operazione.
Non era solo un aiuto rivolto al fratello per lei, era anche il consolidamento di un rapporto che solo da pochi mesi si stava ricreando. Il legame che con il tempo e l'evoluzione si era quasi infranto si era finalmente sanato, e aiutarlo in quel periodo così difficile era per lei importante.
Era la sorella maggiore e anche se era timida e impacciata - si ritrovava spesso a piangere ed era sempre stata soccorsa dagli altri, come quando ci fu il disastro di Chernobyl -, aveva un dovere verso la sua famiglia ed era giunto il momento di prendere la sua vita in mano e di dimostrare di essere a sua volta una grande Nazione.
Entrò nell'abitazione chiamando a gran voce la famiglia - sapeva che Bielorussia si trovava già lì insieme a Russia -, lasciando all'ingresso la mascherina che era stata costretta ad indossare.
Venne accolta da Natalia - era pallida e seria come sempre e, forse, anche seccata dalla sua presenza per colpa di quell'insana gelosia che provava nei suoi confronti - che, con un gesto del capo, le fece strada verso il salotto dove Ivan le aspettava.
Russia, nel vederla, sorrise riconoscente con quella sua espressione innocente e genuina che, nei momenti sbagliati, era in grado di far provare terrore a chiunque.
Katja lo conosceva bene, Ivan era ancora un bambino e non era assolutamente cattivo, aveva solo un modo un po' speciale di vedere il mondo e di reagire agli attacchi. Quando desiderava un qualcosa agiva infantilmente senza pensare alle conseguenze e, per lei, era semplicemente cresciuto troppo in fretta tra la guerra e la povertà, sognando un mondo fatto di calore e girasoli per la sua terra.
Ucraina si avvicinò veloce, stringendolo a sé in un affettuoso abbraccio - forse causando in Bielorussia vari istinti omicidi - che venne subito ricambiato con trasporto.
" Grazie.", pigolò piano Ivan, beandosi della morbidezza del corpo della sorella e del suo dolce profumo che, finalmente, lo avvolgevano.
Non si sentiva solo in sua compagnia anzi, si sentiva al sicuro. Ucraina era debole in confronto a lui ma era sempre stata buona - e anche ingenua -, e con quel suo atteggiamento era in grado anche di placare Natalia.
Russia aveva sempre adorato Katja tant'è che neanche con quel torrido caldo aveva il coraggio e la forza per separarsi della sciarpa che gli era stata donata dalla sorella.
Lei che si era privata di quel morbido e rassicurante oggetto per proteggere lui dal gelo della sua terra... era un gesto che gli era rimasto impresso nella mente, uno dei ricordi più belli della sua infanzia.
" Sono qui per aiutarti, Ivan.", rispose con tono fiero la donna, asciugandosi le lacrime, di felicità e orgoglio, che neanche si era resa conto di versare.
Avvertì distintamente uno sbuffo provenire da Bielorussia e, donandole un sorriso radioso, sperò di calmarla. Natalia era sempre rimasta vicina a Russia, era stata la prima a tornare da lui ma, con quel suo attaccamento così morboso, era sempre solo stata in grado di terrorizzare Ivan. Doveva mostrarsi calma in quel momento se voleva aiutare l'adorato fratello e Katja sapeva che spettava a lei placare gli animi.
Russia sorrideva a sua volta felice, mostrandosi sollevato dalla presenza della sorella maggiore, sia per il fatto che avrebbe tenuto lontana Bielorussia e sia per il vedere finalmente la famiglia unita. Ci era voluto quel disastro a farli ritrovare e, anche se Ivan soffriva, stava trovando ancora la forza per reggersi in piedi.
" Natalia prendi della vodka per tutti?", chiese Russia, senza mai smettere di sorridere, alla bielorussa che, con una smorfia, assentì - avrebbe sempre fatto tutto quello che desiderava il fratello, dal portare la loro adorata bevanda al tagliarsi le vene: se quello serviva a dimostrare il suo amore l'avrebbe fatto.
Una volta soli, Katja carezzò la sciarpa del russo con preoccupata nostalgia. Sapeva che per Ivan quello era uno dei suoi tesori più preziosi, ma con quel caldo poteva solo fargli male.
" Dovresti toglierla...", mormorò la ucraina, guardando preoccupata il fratello negli occhi.
" No... la sciarpa mi protegge.", rispose semplicemente Ivan, frenando la carezza della sorella per stringere la mano nella sua.
Era piccola e femminile, rovinata dai calli del lavoro nei campi, ma non per questo meno bella per Russia. A lui piaceva sempre tutto di Ucraina e, anche se spesso pensava che fosse strana, la adorava. Era la sua sorellona, era la sua famiglia: era tutto per lui.
Katja sorrise appena, ricambiando la stretta.
" Non vergognarti delle cicatrici...", sussurrò. " Sei con le tue sorelle, non con degli estranei."
Ivan si imbronciò leggermente, lanciando un'occhiata alla porta come se temesse che Natalia fosse già di ritorno.
" Non mi vergogno.", rispose con tono infantile. " C'è dell'altro.", e scostando leggermente la sciarpa mostrò ad Ucraina non solo le ferite che nascondeva sempre sotto l'indumento ma anche delle bruciature, vive, causate da quegli incendi che non smettevano di ardere.
Impossibili da curare fino a quando quel fuoco mangiava la sua terra.
Katja, spaventata, portò una mano alla bocca come a celare un'esclamazione di terrore ma Russia, tranquillo, non si mostrò turbato.
Faceva male ma lui era forte e, in quel momento, non era più solo. Poteva superare tutto.
" Ci sei tu e c'è Natalia. Presto passeranno.", sorrise semplicemente con tono fiducioso che fu quasi contagioso per Ucraina.
Si asciugò le lacrime e, con slancio abbracciò ancora il suo piccolo Ivan - era più alto e più grande di lei, ma era pur sempre il suo fratellino - baciandogli la guancia liscia con fare materno.
" Non sei più solo.", sussurrò carezzandogli i capelli e, come a dimostrare che quella casa era di nuovo abitata, sentirono alle loro spalle dei bicchieri infrangersi tra le mani di Bielorussia.
Forse era meglio non farsi trovare così vicini con Natalia in casa ma, alla fin fine, anche l'insana gelosia della loro sorellina riempiva quel vuoto che per anni aveva caratterizzato il cuore di Russia.

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view post Posted: 5/10/2010, 15:57 [nuovi personaggi] - » Hetalia's People ~
Sono i fratelli maggiori di Inghilterra. Le nazioni moderne NON hanno figli perché da loro non è ancora nato nulla al contrario delle nazioni antiche.
È una cosa detta da Himaruya. Cerchiamo di non dire stupidaggini come mi è capitato di leggere. Un esempio? Sealand figlio di Inghilterra e America.
Per ogni dubbio esiste un form nel sito di Himaruya dove potete fargli domande alle quali lui risponderà..
view post Posted: 5/10/2010, 01:02 [nuovi personaggi] - » Hetalia's People ~
Giusto per mostrare la differenza del trattoXD Che ripeto: totalmente diverso

view post Posted: 5/10/2010, 00:55 [Grafica] La Principessa - » Graphic & FanArts ~
Ne approfitto per mettere tanti aggiornamenti.

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Spagna/Russia
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Prussia/Ungheria
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Chibi!America Bunny Vers
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Aqua, Terra e Ventus
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Matsuba/Kotone + Quilava
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Matsuba/Minaki
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SPOILER (click to view)
La frase "The game is becoming interesting..." mi è stata suggerita da L'Ele che ringrazio<3


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Pokemon - Matsuba/Kotone
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Kingdom Hearts: Birth by Sleep - Aqua
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Colorized
Hong Kong
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Male!Taiwan
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Fem!Canada
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Austria
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Monaco
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Chibi!Inghilterra
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1835 replies since 7/11/2008