- Autore: KuromiAkira - Titolo: Conforto - Personaggi: Fem!Cina ( Liu Ming Wang), Fem!Prussia (Gilda Weillschmidt) [Nominati: Fem!Germania (Ludovica), Fem!Italia (Felicia Vargas)] - Genere: oneshot, genderbend, erorico - Rating: rosso - Avvertimenti: triste, introspettivo, yuri - Conteggio parole: 1.854 - Note:Giorni fa mi era venuto un flash su Polonia sul letto in mutande e Lituania a sgridarlo. Poi ho pensato di fare di questa flash uno spunto per un nuovo capitolo della raccolta Thailandia/Vietnam ma non mi piaceva con loro due. Infine, rileggendo dei commenti a una mia Prussia/Cina, una ragazza aveva scritto che le sarebbe piaciuto leggere una fiction sulla coppia in genderbend quindi ho voluto provare. Doveva, come sempre, uscire diversa ma non mi lamento XD
I nomi in genderbend questa volta mi son venuti quasi spontanei. Gilda è simile a Gilbert, non ho mai avuto dubbi sul nome da darle. Ludovica pure, so che esiste Ludwiga ma come nome non mi piace e Ludovica comunque si usa, in Germania... Il nome Liu Ming invece è stato un po' più difficile.
Il nome Liu mi piace tantissimi, ma inizialmente mi era venuto il nome Liu Mei. Ora, a parte che Mei è il nome che il fandom dà a Taiwan, Wang Liu Mei è anche un personaggio di un'anime che ho seguito tempo fa, quindi ho dovuto scartarlo anche se il nome mi piaceva moltissimo. Cercando un altro nome da affiancare a 'Liu' ho trovato Ming e mi è piaciuto. Ming tra l'altro, si scrive con l'ideogramma che in giapponese si può leggere effettivamente Mei. XD Insomma, l'ho trovato perfetto e ho tenuto questo.
Ok, la parte lemon non è uscita bene ma è la prima yuri che scrivo (in realtà la seconda, ma nella primissima non c'erano due ragazze, era solo una che faceva da sé, ecco XD) quindi abbiate pazienza XD Imparerò.
Non betata. Poi posterò la versione corretta.
Entrò nella stanza con i panni puliti appena tolti dallo stendino, spingendo la porta col piede per quanto piena di roba fosse e subito cercò la proprietaria dei suddetti panni con lo sguardo.
Ne vide solo parte delle gambe, piegate e accavallate l'una sull'altra, chiare e lisce come sempre, e parte delle mutandine che Gilda non si curò di nascondere, magari abbassandosi la maglietta blu che indossava, o decidendosi a mettersi almeno dei pantaloncini.
- Non sarebbe il caso di coprirsi? - chiese con un sospiro.
- Perché? Fa caldo. Tu piuttosto non stai crepando di caldo, così? - domandò a sua volta, interrompendo la lettura del fumetto e lanciandole un' occhiata.
- Ho caldo. - confermò la cinese - Ma se venisse qualcuno a trovarti? Vuoi farti vedere conciata in quel modo? - - Ma chi vuoi che venga? Al massimo mia sorella... - - Appunto! - anche se erano sorelle dubitava che a Ludovica facesse piacere vedersi qualcuno girare mezza nuda, almeno da quel che conosceva la bionda. - Oh, ma lei è abituata. Ad agosto giro nuda. -
Liu Ming sospirò, rassegnata, tornando a mettere a posto la stanza di Gilda.
Non glielo aveva chiesto nessuno, tanto meno Prussia, ma quando andava a trovarla proprio non riusciva a sopportare il disordine della sua stanza, e della casa in generale.
- Ma perchè devo essere io a riordinare? - le sfuggì di mormorare. - Se lasci lì ci pensa Ludovica quando torna. - la informò tranquillamente l'albina, senza staccare gli occhi dal fumetto che era tornata a leggere. - La tua stanza dovresti tenerla a posto TU. -
La tedesca si mise seduta scomposta, con tanto di gambe aperte come per far vedere meglio a Liu Ming l'intimo e la fissò.
- Ma chi ti ha chiesto niente! Sei tu che sei arrivata e, invece di saltarmi addosso come chiunque farebbe vedendo una gnocca come me mezza nuda su un letto, ti sei messa a fare le pulizie! - - Non posso farne a meno, tanto disordine mi infastidisce. E non parlare come se fossi una maniaca come te! -
Gilda le lanciò nuovamente un'occhiata veloce mentre la Repubblica Popolare Cinese si rimetteva a pulire con impegno facendola sorridere.
Le sembrava sua sorella, quando faceva così.
In effetti anche Germania appena arrivava si metteva a riordinare, senza che lei dicesse nulla. Stava bene nel suo disordine ma a quanto pare la cosa non valeva per gli altri.
- Uff... perché sono sempre io a venire da te... - si lamentò nuovamente. Gilda non andava mai a trovarla, ma lei non vedeva l'ora di farle vedere dove viveva. Chissà, magari le piaceva. O avrebbe messo a soqquadro anche casa sua... forse era meglio se andava lei dalla tedesca.
- Siamo troppo lontane, lo dici sempre anche tu, no? - le rispose l'altra, con una punta di irritazione. Dannata lontananza e dannati impegni che tenevano lontana Liu Ming da lei! - Però mi piacerebbe se fossi tu a venire a trovare me. - - Tu approfitti dei meeting per venire a trovarmi. Io non posso. -
Cina si bloccò voltandosi verso Prussia, cercando di vederne il viso coperto però dal fumetto. Il tono di voce, alle orecchie di persone disattente, sarebbe potuto sembrare il solito. Ma lei sapeva quando costava a Gilda dire certe cose.
Ovviamente lei non viaggiava per andare a meeting; non vi partecipava, la sua presenza non era necessaria, non essendo più una Nazione.
Anche se continuava esistere come territorio, cosa che forse feriva il suo orgoglio, non era certo considerata alla pari degli altri, alla pari della sorella, per esempio, l'unica 'Germania' ufficiale.
Liu Ming si avvicinò silenziosa e Gilda la guardò, poggiando il fumetto tra le lenzuola e fissandola con quegli occhi scarlatti che riuscivano sempre a mettere in soggezione chiunque. L'asiatica la vedeva, la sua sofferenza in quel suo sguardo apparentemente strafottente.
L'insolenza di Prussia non l'aveva mai ingannata, a lei che , nonostante il corpo da ragazzina, aveva migliaia di anni alle spalle. L'aveva sempre saputo che Gilda in realtà era una persona molto triste e sola.
Si piegò ad abbracciarla, stringendole le braccia al collo, assumendo un espressione mortificata, come per chiederle scusa.
Gilda era nata per combattere ed era ciò che aveva sempre fatto. L'arroganza era solo una conseguenza dell'esistenza fatta di guerre che era stata costretta a vivere. Non poteva, non doveva avere amici, doveva solo lottare ed essere la migliore, la più forte, doveva vincere, perchè era nata per quello. Ma non era riuscita a raggiungere quello scopo e la sua spropositata vanità le serviva a non ammetterlo.
Loro, pur essendo Nazioni, avevano le stesse debolezze degli esseri umani, e Prussia non faceva eccezione.
Lei, in realtà, era una persona affettuosa. Le piacevano le cose carine, e in questo erano simili. Adorava le coccole, le carezze e gli abbracci, voleva qualcuno da amare e che la amasse a sua volta.
Ma sapeva che non poteva permetterselo e nessuno era disposto a darle ciò che voleva.
Cina si era accorta che nemmeno Germania si lasciava andare ad effusioni a carezze con la sorella, anche se era semplicemente perchè era Ludovica ad essere riservata di suo. Ma nemmeno le sue vicine di casa, il suo amico di infanzia o l'affettuosissima Felicia, l'Italia del Nord, non l'abbracciava mai.
Era consapevole di tutto questo e inizialmente provava pena per lei.
Ma negli ultimi anni i meeting l'avevano avvicinata alle nazioni Europee e aveva imparato a conoscere una Prussia che aveva perso la sua ragione di vita, oltre che la sua identità di Nazione.
Gilda, intanto, sorrise, stringendo la cinese a sé.
- Lo sapevo che non avresti resistito alla mia bellezza. - cantilenò con tono sicuro e divertito.
Ma Liu Ming la percepiva, la sua malinconia. La sua anima triste, la sua esistenza vuota, il suo orgoglio a pezzi. A Gilda rimaneva solo la facciata da ragazza egocentrica e violenta mentre tutto, dentro di lei, gridava dalla disperazione. Diceva di amare stare da sola ma in realtà erano gli altri che non si curavano più della sua presenza.
- Stai zitta, Prussia... - sussurrò avvicinando le labbra a quelle della tedesca.
La pietà si era trasformata in comprensione, la comprensione in affetto, e infine era diventato amore.
Cercò le sue labbra con necessità, mentre saliva sul letto senza sciogliere l'abbraccio. Gilda si stese sul letto trascinandola con sé, salendole subito sopra e riprendendo a baciarla, spingendo il fumetto, di cui ormai aveva dimenticato persino la trama, e facendolo cadere a terra.
Le afferrò le mani tenendole ben ferme sul materasso come se avesse paura che Cina si ritrasse.
Liu Ming la lasciò fare. Sapeva che la compagna aveva bisogno di sentirsi 'la dominante' anche se entrambe lo volevano. Era un'altra delle facciate dietro cui si nascondeva la tedesca.
Venne poi privata facilmente dei vestiti leggeri che indossava, sospirando nel non sentirsi più stretta in quel caldo soffocante, almeno per il momento.
Il sollievo durò poco poiché l'asiatica avvampò nel sentire le dita affusolate di Prussia carezzarle la stoffa delle mutandine, lentamente.
Cina mugugnò qualcosa, socchiudendo gli occhi e accelerando il respiro, sussultando l'altra infilò la mano dentro l'intimo.
Gilda osservava il viso imbarazzato, ed eccitato, di Liu Ming con soddisfazione, la trovava bellissima in quei momenti.
Non che di solito non lo fosse, certo, ma vedere e sentire le sue reazioni a ciò che le stava facendo era davvero appagante.
Continuava sfregare le dita sulla sua femminilità senza però mai violarla, non ancora, almeno.
La torturò un po', carezzandola solo all'esterno, sentendola ben presto inumidirsi appena.
Fu solo allora che entrò dentro di lei col dito, con attenzione, per poterle dare più piacere possibile e non rischiare di farle male con movimenti affrettati.
Non era una persona calma e paziente e i gemiti di Liu Ming non facevano che eccitarla a sua volta ma sapeva che per rendere tutto più piacevole -non solo per lei ma anche per entrambe - doveva essere cauta.
Cina era invasa dal piacere. Voleva confortarla e farle capire che le era vicina ma ora non riusciva più a fare nulla a parte gemere e tremare. Prussia era davvero brava, le sue dita erano morbide e delicate, abili in quei casi.
Non riusciva a bloccare i versi, né ad impedirsi di muovere il bacino verso la tedesca quando questa cominciò a sfiorarle anche il clitoride e a far affondare sempre più le dita dentro di lei e a carezzarle, con l'altra mano, i piccoli seni. Sentiva solo le mani di Gilda su di sé, dimenticandosi di tutto il resto, del luogo in cui erano, della possibilità che arrivasse Ludovica da un momento all'altro.
L'albina si piegò a leccarle un capezzolo, duro e sensibile, torturandolo con i denti, succhiandolo come se volesse strapparglielo via, inebriandosi dei semi-urli della cinese.
Scese sempre più giù, al ventre, all'ombelico, fermandosi spesso a mordicchiare una parte di pelle mentre l'altra mano andava rapidamente tra le proprie gambe, desiderosa di appagare anche sé stessa.
Studiava le reazioni della compagna, facendo attenzione per non farle raggiungere l'apice troppo in fretta, ma quando la sentì tremare capì che il momento era vicino.
Si abbassò ulteriormente e portò la lingua sul clitoride mentre i movimenti delle dita di entrambe le mani aumentavano di velocità.
Liu Ming spalancò gli occhi e il suo gemito si sovrappose a quello di Gilda, inarcandosi e stringendo le dita sulle lenzuola, raggiungendo finalmente l'orgasmo, seguita ben presto dalla compagna.
Sospirò, imbronciandosi mentre osservava Prussia stendersi accanto a lei sul letto.
- Che c'è? - rise l'albina abbracciandola.
Cina la guardò, carezzandole distrattamente i lunghi capelli chiarissimi e si strinse a lei.
Ogni volta che tentava di darle conforto in quel modo era poi lei a fare tutto, e per quanto fosse una cosa molto gradita, si chiedeva se non fosse giusto essere lei, per una volta, a dare piacere a Gilda con le sue stesse mani, letteralmente. Però non poteva dirglielo, sapeva che le avrebbe detto 'di cosa stai parlando' oppure si sarebbe arrabbiata o offesa.
Non tanto per il dare conforto ma perchè non amava parlare chiaramente delle sue debolezze.
Prussia era violenta. Prussia era arrogante, egocentrica, non aveva bisogno di conforto perché le andava bene così. Questa era la sua reputazione e lei faceva di tutto per mostrarsi tale, anche davanti a Cina, anche se sapeva che con lei non ce n'era bisogno.
E mentre ancora era impegnata in quei pensieri Gilda avvicinò il viso a quello della asiatica.
- Se rimani qui stanotte ti faccio stare sopra. - cantilenò.
Liu Ming la fissò.
- E se viene Germania? - - Sarà troppo impegnata a riordinare casa per prestare attenzione a noi. -
La cinese scoppiò a ridere, improvvisamente sollevata.
Si era sbagliata, poco fa. Prussia non portava maschere davanti a lei, aveva solo un modo tutto suo per richiedere attenzioni, richieste che lei riusciva a capire benissimo ed era lì, pronta ad accontentarla, ogni volta che aveva bisogno di conforto, di affetto e di amore. Anche senza usare i meeting come scusa.
E anche se si fosse ritrovata a pulirle casa ogni volta.
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